Prosegue la tradizione del presepe a Portico di Romagna nell'Appennino tosco-romagnolo. Durante le festività natalizie, negli angoli più suggestivi del borgo medievale si possono ammirare numerosi presepi realizzati con i materiali più disparati. Qui una selezione di immagini dell'ultima edizione.
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In autunno i colori degli Appennini sono prima accennati poi sempre più decisi: verde, giallo, arancione, rosso e marrone; è il foliage. Poi gli alberi si spogliano nella loro nuda essenza, l'aria condensa in nebbie, l'acqua cristallizza in ghiaccio. Le foglie generano un humus che, decomponendosi, formerà sostanze nutrienti per la vita che tornerà a primavera. Immagini per vivere questo magico mondo. L'acquerello richiede impegno e costanza nell'apprendimento di tecniche specifiche per acquisire una competenza che ci consenta di dar sfogo alla creatività: un momento di divertimento e relax che nutre il benessere psicofisico. È la chiave di lettura con cui mi sono avvicinato a questa arte di cui propongo alcuni soggetti di paesaggio e natura morta.
Una proposta di turismo slow per conoscere il territorio, la cultura e le persone che lo vivono. Un itinerario di circa sei chilometri che si percorre in circa un'ora e mezza.
Qui si possono vedere le foto del percorso con commenti e indicatori di riferimento. Buona passeggiata! Il nucleo di S. Maria in Girone prende il nome del cassero del castello - come era chiamato secondo l'uso del tempo - prima sotto il dominio dei conti Guidi, poi sotto Firenze. La sua origine risale intorno all'anno mille e fu restaurata verso il 1500 perché era in pessimo stato; demolita poi nel 1700, fu ricostruita l'attuale a cui rimase il titolo di pieve. Durante l'ultima guerra ha subito gravi danni, ma è stata restaurata. L'interno, a una navata con cappelle laterali, conserva notevoli tele di scuola romagnola dei secoli XVII e XVIII.
Qui si può vedere una serie di immagini di approfondimento. In questi giorni all'interno della chiesa è allestita la mostra "Portiuncole" di Aurelio Raggi, artista portichese, che consiglio di visitare a chi si trova nei dintorni. Rudmund si gusta un orzino.
QUI si possono ammirare altre avventure di Rudmund, lo scoiattolo sale e pepe. Anche Firenze ha ora il suo MUSEO NOVECENTO dedicato all'arte italiana del XX secolo, posto nell'antico Spedale delle Leopoldine di Piazza Santa Maria Novella.
Un intrigante percorso a ritroso nel "secolo breve" in cui è ricostruita la stagione artistica che vide Firenze al centro della scena culturale e internazionale. Le opere sono affiancate da postazioni multimediali, installazioni, dispositivi sonori e sale video. Un appuntamento da non mancare per ogni appassionato dell'arte che che visita Firenze.modifiche. QUI propongo alcune foto scattate durante la prima apertura al pubblico. Il parco si trova sotto il piazzale Michelangelo. Realizzato alla fine dell'Ottocento, ospita moltissime specie di rose sparse fra olivi, limoni e sculture di Folon. Comprende anche un giardino giapponese donato a Firenze dalla città gemella Kioto. Offre una splendida vista sulla città, particolarmente suggestiva in questo periodo di massima fioritura. Ecco il video che ho realizzato in questi giorni. Qui altre immagini del giardino.
L'Orto Botanico è nato come Giardino di piante medicinali (i Semplici) nel 1545 ed è fra i tre Orti più antichi al mondo insieme con quelli di Pisa e Padova.
E' nel centro di Firenze vicino a piazza San Marco e merita una visita deviando per un attimo dai soliti itinerari turistici. In questi giorni si può ammirare un singolare evento: la prima fioritura dell'esemplare più antico presente in Italia di Doryanthes palmeri, pianta originaria dell'Australia, portata qui nel 1888 da Vincenzo Ricasoli. E stupisce anche la straordinaria varietà delle piante che l'occhio si incanta a osservare e fermare in queste immagini fotografiche. Da un po' di tempo ho iniziato a produrre la pasta madre partendo semplicemente da acqua e farina e quello che vedete nella foto è il risultato di quest'impegno. Non male, eh! La cosa è più facile a farsi che a dirsi.
Si impasta una piccola quantità di farina e metà acqua e si fa riposare per un paio di giorni. Poi si "rinfresca" l'impasto prendendone una parte e aggiungendo altrettanta farina e metà acqua. Ogni volta il volume dell'impasto aumenta sempre più fino a raddoppiare. A questo punto si può fare il pane. Nel mio caso ho impastato 250 g di pasta madre, 800 g di una miscela di farina composta in parti uguali di Manitoba (che dà forza) e Senatore Cappelli (si riscoprono antichi sapori) con 400 cl. di acqua, due cucchiaini di zucchero e 2 cucchiai do olio e.v.o., sale secondo il gusto (in Toscana il pane piace sciocco). Si fa riposare l'impasto per circa 8-10 ore, poi si mette su una pirofila infarinata dandogli la forma che più ci piace e si fa riposare ancora un paio di ore. Si inforna in forno già caldo a 220°C per 10', poi si abbassa la temperatura a 180° per 45'. Alla fine si apre un po' il forno e si lascia raffreddare. Durante la cottura si consiglia di mettere nel forno una ciotola d'acqua perché la crosta non secchi troppo. Il pane è pronto per essere consumato ed è buono per tutta la settimana anzi, oserei dire, migliora. Buon appetito e ... fatemi sapere. |
AuthorPiero Farolfi Archives
Novembre 2019
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