Fotostorie quotidiane
di Pier Luigi Farolfi

Quando un uomo si allontana dal suo ambiente, con il passare del tempo matura atteggiamenti diversi e contrastanti nei confronti dei luoghi lasciati: può rompere con le proprie radici, esprimendo un senso di distacco e di indifferenza che a volte degenera quasi in rancore; oppure – pur realizzandosi e integrandosi in nuove realtà – serbare vivo un ricordo emozionale, forse istintivo e inconscio, legato non tanto all’ambiente che si evolve nel tempo, quanto a quello lasciato.
Si corre allora il rischio di mitizzare un’età dell’oro che non è mai esistita e di dare un’immagine di sacralità ai ricordi, quasi fossero reperti archeologici di una stagione ormai trascorsa.
Per questo è importante prendere coscienza dei mutamenti, naturali e culturali, avvenuti negli anni: l’emigrazione dalle zone montane verso la pianura; il travaso massiccio di mano d’opera dall’agricoltura all’industria; l’inurbamento intenso delle popolazioni; i nuovi condizionamenti di una società che tende a modificare l’individuo imponendo programmazioni, esigenze e conformismi a cui la massa si adegua per non rimanere «esclusa».
Lo scopo di questa ricerca personale è di mettere in luce alcuni aspetti dell’Alta Romagna Forlivese e di un paese in particolare, suggerendo una delle tante chiavi di lettura possibili con l’intento di offrire uno spiraglio vero e autentico di questo microcosmo.
L’obiettivo ha perciò ricercato, con scelta meditata, alcune inquadrature escludendone altre non coerenti, per proporre immagini che – al di là dei simbolismi e delle suggestioni – possano offrire all’osservatore attento un istante di riflessione e di interpretazione critica: ecco il senso e la ragione di queste fotografie.
Si corre allora il rischio di mitizzare un’età dell’oro che non è mai esistita e di dare un’immagine di sacralità ai ricordi, quasi fossero reperti archeologici di una stagione ormai trascorsa.
Per questo è importante prendere coscienza dei mutamenti, naturali e culturali, avvenuti negli anni: l’emigrazione dalle zone montane verso la pianura; il travaso massiccio di mano d’opera dall’agricoltura all’industria; l’inurbamento intenso delle popolazioni; i nuovi condizionamenti di una società che tende a modificare l’individuo imponendo programmazioni, esigenze e conformismi a cui la massa si adegua per non rimanere «esclusa».
Lo scopo di questa ricerca personale è di mettere in luce alcuni aspetti dell’Alta Romagna Forlivese e di un paese in particolare, suggerendo una delle tante chiavi di lettura possibili con l’intento di offrire uno spiraglio vero e autentico di questo microcosmo.
L’obiettivo ha perciò ricercato, con scelta meditata, alcune inquadrature escludendone altre non coerenti, per proporre immagini che – al di là dei simbolismi e delle suggestioni – possano offrire all’osservatore attento un istante di riflessione e di interpretazione critica: ecco il senso e la ragione di queste fotografie.