Pieve di S. Maria in Girone - Portico di Romagna
Il nucleo di S. Maria in Girone prende il nome del cassero del castello - come era chiamato secondo l'uso del tempo - prima sotto il dominio dei conti Guidi, poi sotto Firenze. La sua origine risale intorno all'anno mille e fu restaurata verso il 1500 perché era in pessimo stato; demolita poi nel 1700, fu ricostruita l'attuale a cui rimase il titolo di pieve. Durante l'ultima guerra ha subito gravi danni, ma è stata restaurata. L'interno, a una navata con cappelle laterali, conserva notevoli tele di scuola romagnola dei secoli XVII e XVIII.
La pieve vista da angolazioni diverse.
La chiesa parrocchiale di S. Maria in Girone, la torre civica e, sullo sfondo, il palazzo del podestà:
potere civile e religioso coabitano dominando il castello.
Il giardino di Beatrice con la torre Portinari.
Torre civica e particolare della campana. Sullo sfondo il campanile della chiesa della Compagnia.
L'interno della chiesa mentre è allestita la mostra "Portiuncole" di Aurelio Raggi, artista portichese (agosto 2014)
Altare maggiore con particolare del tabernacolo.
Sulla parete: Madonna assunta con i santi Ruffillo e Caterina.
Quadri sulle pareti laterali:
Madonna col bambino con san Francesco e santa Lucia, Ultima cena,
Madonna col Bambino con san Giacomo e san Vincenzo, L'annuncio dell'angelo a san Giuseppe.
(recente restauro stucchi e superfici dipinte a cura di "Stefano Mercatali restauri" per conto della Soprintendenza ai Beni Culturali di Ravenna)
Crocifissione di Antonio Ghetti, pittore portichese (sopra l'ingresso)
Statue di soggetti religiosi
Confessionale con dettaglio della grata.
Tabernacoli posti sugli altari laterali.
Alcune opere della mostra "Portiuncole" (agosto 2014)
Cappella adiacente alla chiesa
Sacrestia
(adibita a deposito di soggetti utilizzati per le feste natalizie
quando i portichesi realizzano, con i materiali più diversi, tanti presepi nei posti più suggestivi del paese)