Un ragno ha fatto una tela nella finestra sulla terrazza di casa mia. Il primo istinto è stato di prendere la scopa per levarla, poi, osservandola da vicino, sono rimasto stupito per la bellezza della sua trama e ho deciso di lasciarla: è una grande opera d'arte. Rimarrà fin quando l'artista deciderà di restarci.
0 Comments
Il disegno è stata una mia passione di gioventù che, però, non ho potuto coltivare perché poi le vicissitudini della vita mi hanno portato a scelte diverse. Ora che posso disporre del mio tempo ho deciso di riprendere, o meglio, di intraprendere questo antico interesse. Vi propongo, qui, i primi risultati del mio nuovo impegno artistico.
Rifacciamo un salto nel nostro passato analogico per proporvi un altro scatto che all'epoca mi intrigò molto nel pensarlo e nel realizzarlo.
La foto in bianco nero è realizzata con pellicola FP4 a 125 Asa, sviluppata in Ilfosol 1+29 per 9'. Poi, stampata su carta Ilford opaca baritata, è posta su un cartoncino bristol azzurro che simula il cielo, appoggiata a un filo con molletta rossi. Il tutto è fotografato con Kodak Ektachrome e la diapositiva è stampata in Cibachrome. Vi ripropongo lo scatto qualche decennio dopo la sua realizzazione. Ho frequentato il laboratorio di Disegno con modella vivente dell'Università dell'Età Libera di Firenze. E' stata una bella esperienza che mi ha arricchito da un punto di vista artistico e umano. Il gruppo, sotto la guida amichevole e attenta del maestro Paolo Lauri, ha potuto ritrarre la splendida modella Valentina.
Ecco, qui sotto, due foto dell'ultimo giorno del laboratorio. Siete tutti invitati all'inaugurazione della mostra finale degli allievi dei laboratori di Disegno dal vero, Disegno con modella vivente, Acquerello e Pittura ad olio, dell'Università dell'Età Libera del Comune di Firenze organizzati da «Firenze Arti Visive - School of Fine Arts». L'evento avrà luogo giovedì 24 maggio 2012 alle ore 18.30 presso la sede di casa del Vasari in Borgo Santa Croce 8 Firenze - secondo piano. La mostra rimarrà aperta fino a sabato 26 maggio con orario di apertura al pubblico 16.00-19.00. Oggi ha inizio la primavera meteorologica: un passaggio che ricorda i cicli stagionali legati alla terra. Una volta, in queste notti, nelle campagne era tutto un brulicare di falò che i contadini accendevano per fare "lume" a marzo. Il fuoco illuminava la primavera e bruciava l'inverno: un rito propiziatorio carico di significati simbolici di cui oggi si è perso il senso.
In omaggio a questo mondo, propongo l'immagine della buca per le lettere. Una buca incassata nel muro dietro al quale s'immagina che ci sia l'ufficio postale che timbra e smista e il "portalettere" che distribuisce la posta due volte al giorno. Per renderla "parlante" ho aggiunto delle lettere con i "trasferibili Letraset". Ve li ricordate? Poi ho fatto un passaggio su pellicola fotomeccanica per aumentare il contrasto fra la parte superiore di muro tinteggiata e la parte inferiore intonacata a calce. Qui sotto ripropongo la scansione digitale. Proseguiamo il nostro viaggio nell'era della fotografia analogica.
L'idea che sta a monte di questa manipolazione parte dal presupposto di fare l'esatto contrario di ciò che stabiliscono le regole. Quando sviluppiamo il negativo stiamo sempre molto attenti a rispettare il giusto rapporto tempo/temperatura. Inoltre, i costruttori di pellicole adottano degli accorgimenti tecnici per evitare che queste risentano di eventuali sbalzi termici causati, anche involontariamente, dall'utilizzatore. Ripetiamo gli stessi scatti con due pellicole, in questo caso Ilford HP5 esposte a 400 ASA. Il soggetto è a piacere. Poi, riempiamo una pentola d'acqua e la portiamo all'ebollizione. Buttiamo un rotolino nell'acqua e lo lasciamo bollire per qualche minuto. Lo leviamo ancora bollente e lo mettiamo subito nel surgelatore dove dovrà restare diverse ore. Con questo sistema, si può stare certi che riusciamo a rompere il supporto della pellicola, alla faccia delle tante cautele usate dai costruttori. Il problema è che non sappiamo quale sarà il risultato perché il nostro è un tentativo al buio. Questo è il motivo per cui ci teniamo un rotolino di riserva. Sviluppiamo i due rotolini correttamente. Io ho usato Gradual diluito 1+9 per 12' a 20°C, preferendolo ad altri sviluppi perché rende la grana secca e ben definita, che mi sembra adatta all'esperimento. E qui cominciano le meraviglie perché il rotolino che ha subìto lo stress termico, messo sotto l'ingranditore, mostra dei ghirigori generati dal ghiaccio che quello normale non ha. Si tratta ora di scegliere il fotogramma che più ci piace. Io, in un momento di creatività compulsiva ho deciso di strafare inserendo nell'immagine anche delle ali, realizzate con delle maschere di carta e un'ulteriore esposizione in camera oscura. Ognuno può fare le varianti che crede e, ogni volta, l'esito sarà sempre diverso. E qui sta il bello del divertimento. Poi, ci si può anche sbizzarrire nel dare al risultato le chiavi di lettura più eclettiche e fantasiose. Stiamo certi che ci sarà sempre qualcuno che ne darà un'interpretazione diversa. Come al solito, ho scannerizzato il fotogramma e questo è il risultato. Inizio anch'io il mio blog per lasciare traccia di riflessioni e pensieri affinché non si perdano nel tempo.
Per cominciare propongo uno scatto che, allora, comportò una manualità di realizzazione dal sapore artigiano. L'altro ieri Fotografai le mani del bimbo con pellicola FP4 tirata a 200 Asa. Sviluppo Acutol 1+15 a 20°C per 9'. Stampa su carta Ilford baritata, ingranditore IFF Quodgon e obiettivo Rodenstock Rodagon 50 mm. Poi ripresi le mani della mamma che tengono la foto delle mani del bimbo con diapositiva Kodak Ektacrome 100 Asa. Oggi Scannerizzo la dia con scanner Reflecta RPS 7200. Un'immagine rinata a nuova vita con l'odierna tecnologia. Ecco il risultato. Che ne pensate? |
AuthorPiero Farolfi Archives
Novembre 2019
Categories
Tutti
|