- «Il Calabrese detto il Marcio, Spigone e Morigi vennero dalla casa del Prete di S. Valentino, come dissero. Io con Ghigno ero venuto da una casa verso Modigliana, dove mi fermai solamente per mangiare e bere; donde venissero Lisagna e Cesarino non lo so perché non glielo domandai.»
Fu Morigi, pratico dei posti, a condurli sul luogo ritenuto adatto all'aggressione: il podere Razzolo, «un miglio sopra Bocconi andando verso San Benedetto», ci informa lo stesso Afflitti, «poiché in quel luogo la strada fa una svoltata, e vi giungemmo un'ora avanti giorno della domenica».
La luce radente dell’alba rischiarava i volti dei commercianti che tornavano dal mercato di Dicomano sui loro barroccini.
Nascosti nella macchia che bordava la curva sotto Razzolo, li aspettavano sette briganti «armati di fucile a due canne, pistola, coltello e gran spolettiera a cintola, tutti di giovane età, vestiti per lo più di rigatino». Così li descrisse la commissione di vigilanza di Rocca. Racconta l’Afflitti:
- Prima ne giunsero due o tre quindi, a poca distanza l'uno dall'altro, giunsero gli altri, mi pare fino in sette o otto barroccini sui quali dove erano due, dove tre e anco una sola persona: e a mano a mano che giungevano nel punto della Strada dove il Morigi, Lisagna e Spiga gli attendevano, e dove pure io col Calabrese subito scesi, restando nel poggio Cesarino e Ghigno, che furono gli ultimi a scendere venivano fermati i barroccini; fatti scendere i mercanti che venivano frugati e loro venivano tolti i denari che avevano, chi in un sacchetto, chi in scartocci, chi in ventriere di pelle.
Il sottoprefetto stimò l'ammontare del bottino in «circa 4.000 scudi», i pontifici lo quantificarono in 2527.83 scudi, mentre l'Afflitti lo valutò sui 2.200 scudi.
Consumata la rapina in tutta calma e senza torcere un capello a nessuno, i banditi si allontanarono con un barroccino ciascuno, avvertendoli che li avrebbero ritrovati in cima al monte Busca. Giunti al «Monte della Primora che resta, io credo, nel confine di contro Faenza,» disse Lazzarino «facemmo le parti del denaro rubato e ne furono fatte otto parti perché il Calabrese, Morigi e Spigone dissero che doveva avere la sua parte anco il prete detto Stiffelone.
Ma per il sottoprefetto di Rocca uno dei motivi per cui il prete li tradì fu che rimase «malcontento perché essi rifiutarono di retribuirgli scudi dugento sul conseguito bottino».
Le straordinarie misure di vigilanza non produssero risultati. perché, concluse il sottoprefetto, «si ritiene che essi non si allontanino altrimenti da questo Circondario, prendendo ora presso l'una, ora presso l'altra delle molte famiglie coloniche, purtroppo sventuratamente ben disposte a prestarlo».
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